
Uno degli argomenti più discussi e controversi degli ultimi decenni è il continuo aumento dell’inquinamento dell’aria nelle nostre città. La maggior parte delle persone sta acquisendo una consapevolezza sempre maggiore sui gravi danni a lungo termine che ne possono derivare per la salute dell’uomo e del pianeta. Ciò di cui non si è altrettanto consapevoli è il peggioramento contestuale dell’inquinamento dell’aria interna agli ambienti, che può portare a conseguenze importanti sulla salute, sul benessere e sulla produttività delle persone.
L’inquinamento dell’aria indoor è dovuto ad una serie di fattori che approfondiremo in seguito e che permetteranno di capire perché è così importante aprire le finestre. Ecco i quattro motivi principali.
1. L’aria interna è più inquinata di quella esterna
Non tutti sanno che l’aria indoor è quasi sempre più inquinata di quella outdoor in quanto le principali sorgenti di contaminanti sono interne all’ambiente stesso e non possono essere sempre eliminate. Queste sono costituite infatti dalle persone e delle attività da esse svolte (respirazione, fumare), e da materiali e macchinari presenti in esso.
In particolare, possono essere fonte di inquinanti alcuni materiali di costruzione, finitura e arredamento degli edifici (vernici, tappezzerie e moquette), sostanze chimiche (prodotti per la pulizia) e i materiali di consumo per stampanti e fotocopiatrici (toner e cartucce). Tali sorgenti emettono continuamente inquinanti che, oltre una certa soglia di concentrazione, possono essere dannosi per la salute. Se non si dispone di un sistema automatico di ricambio dell’aria (per esempio un impianto di ventilazione meccanica), occorre ventilare opportunamente gli ambienti per riportare gli inquinanti sotto una soglia di concentrazione accettabile, in modo che questi non siano dannosi per la salute.
2. Passiamo la maggior parte del nostro tempo in spazi confinati
La maggior parte delle persone trascorre tra l’80% e il 90% del proprio tempo all’interno di ambienti chiusi. In questi anni di pandemia, tale percentuale è addirittura aumentata fino a sfiorare il 100% del tempo in alcuni momenti particolari (lockdown). Pertanto, il tempo di esposizione agli inquinanti interni, che è direttamente proporzionale alla pericolosità degli stessi, è elevatissimo. Ne segue che, anche se un inquinante è presente in ambiente in misura minima, può essere considerato pericoloso per la salute, in quanto si è continuamente esposti ad esso. Ancora una volta diventa importantissimo aerare gli ambienti, ed in particolare aprire le finestre in modo efficace in modo da smaltire anche contaminanti presenti in piccolissime concentrazioni.
Meritano particolare attenzione gli ambienti scolastici dove bambini e ragazzi trascorrono gran parte dei loro anni di crescita e formazione. Alcuni studi hanno dimostrato che bambini e ragazzi sono più sensibili ad alcuni inquinanti rispetto agli adulti. Si tratta di ambienti ad alta occupazione, dove il peso dei contaminanti prodotti dalle persone è predominante. Molto spesso, riferendosi all’aria malsana presente in molte aule si parla di effetto stalla, che è dovuto principalmente alle concentrazioni di CO2 elevatissime prodotte dalla respirazione degli occupanti. Ciò, oltre a produrre una sensazione di malessere generale, riduce le capacità di concentrazione e apprendimento.
La maggior parte delle scuole non è dotata di sistemi di ventilazione meccanica, per cui qui risulta davvero fondamentale aprire le finestre in maniera efficace, in modo da garantire il ricambio d’aria adeguato e massimizzare la qualità dell’aria per garantire agli alunni condizioni ideali per l’apprendimento.
3. Per combattere la diffusione delle malattie
In questi anni di pandemia, abbiamo imparato che molti virus si propagano nell’ambiente attraverso l’aria, che ne rappresenta il principale mezzo di trasporto tramite la diffusione di aerosol, cioè una miscela di particelle solide o liquide che vengono trasportate dalle correnti d’aria. Diversi enti autorevoli in materia sanitaria, tra cui l’Istituto Superiore della Sanità, raccomandano la frequente apertura delle finestre tra le principali misure di lotta alla diffusione del virus, specialmente in momenti di isolamento o quarantena.
Nelle fasi più acute della pandemia, la pratica di aprire le finestre si è dimostrata uno strumento semplice ed efficace ed è stata ampiamente applicata anche negli edifici dotati di sofisticati impianti di ventilazione meccanica che però, paradossalmente, in certe condizioni potevano essere un mezzo di diffusione della malattia. Questo perché alcuni impianti di ventilazione sono dotati di sistemi di ricircolo dell’aria interna, tecnica che consente di recuperare l’energia termica in essa contenuta, miscelandola con l’aria esterna e redistribuendola all’interno degli ambienti.
Se un impianto è a servizio di diversi ambienti (impianto multi-zona) e in uno o più di questi è presente il virus, può avvenire che questo venga prelevato dal sistema di ricircolo, miscelato con l’aria esterna e distribuito in tutti gli ambienti a servizio dell’impianto, evidentemente anche in quelli dove non era presente il virus, favorendone quindi la diffusione. Ecco perché in molti edifici e mezzi di trasporto, si è deciso, ove possibile, di far ricorso alla ventilazione naturale aprendo le finestre o, dove non possibile, di modificare gli impianti esistenti, eliminando i ricircoli di aria interna.
4. Per evitare il proliferare di batteri e muffe anche in edifici altamente performanti
In campo edilizio, c’è una forte tendenza a isolare in maniera molto spinta gli edifici, sia in caso di nuova costruzione che in caso di ristrutturazione. La normativa europea impone che gli edifici di nuova costruzione devono avere un impatto energetico quasi nullo (NZEB – Near Zero Energy Building) e ciò è possibile solo minimizzando le infiltrazioni di aria e le dispersioni di calore, dotando quindi l’edificio di serramenti ad altissima tenuta e isolandone le pareti esterne con un cappotto termico.
Inoltre, sappiamo che è possibile ristrutturare casa a costo quasi zero o negativo (Superbonus), se si decide di isolare termicamente la propria casa. Uno degli interventi trainanti del Superbonus è proprio quello della posa del cappotto termico, che permette di accedere ad altri interventi molto vantaggiosi mantenendo la stessa agevolazione (110%).
L’isolamento spinto degli edifici, che permette un significativo risparmio energetico, può avere delle controindicazioni se non accompagnata da un’adeguata ventilazione degli ambienti, come il proliferare di muffe e batteri in alcuni punti dell’ambiente in cui non c’è ricambio d’aria perché il sistema è totalmente isolato.
Un sistema come quello proposto da Fybra permette di avere la situazione della qualità dell’aria sempre sotto controllo e di attuare la corretta ventilazione anche senza dover installare sofisticati e costosi sistemi di ventilazione.